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CBD-COP15: i 4 Obiettivi e i 23 Target del GBF al 2030

Alla Conferenza delle Parti della Convenzione ONU sulla Biodiversità (CBD-COP15) si è raggiunto lo “storico” Accordo per l’adozione del “Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework” (GBF) che prevede, tra l’altro, entro il 2030 di proteggere il 30% delle terre, degli oceani, delle zone costiere e delle acque interne, di ridurre di 500 miliardi di dollari i sussidi governativi dannosi alla biodiversità, di dimezzare gli sprechi alimentari e di minimizzare gli impatti dei cambiamenti climatici, ma la sua implementazione è una sfida.

Dopo due settimane di incontri e accesi dibattiti che si sono prolungati fino alle prime ore del giorno successivo a quello previsto per la sua conclusione (19 dicembre 2022), la Conferenza delle Parti della Convenzione ONU sulla Biodiversità (CBD-COP15), tenutasi con un ritardo di due anni per le chiusure connesse alle misure di contenimento del Covid-19 e con lo spostamento dalla sede di Kunming (Cina) a quella di Montreal (Canada), ha adottato il “Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework” (GBF) che prevede il conseguimento entro il 2030 di 4 Obiettivi e 23 Target.

L’Accordo è stato salutato come “storico”, ma le difficoltà iniziano ora con la sua attuazione. A Nagoya, dove venne adottato nel novembre 2010 il GBF con i 20 target da conseguire al 2020, i commenti furono altrettanto entusiasti, salvo poi constatare, come ha evidenziato il Global Biodiversity Outlook (GBO-5) della CBD, che i Governi sono riusciti a conseguirne, e parzialmente, solo 6.

Accolgo con favore l’adozione del Global Biodiversity Framework – ha dichiarato la Direttrice esecutiva del Programma Ambiente delle Nazioni Unite (UNEP), Inger Andersen – L’adozione di questo Quadro e del relativo pacchetto di ambiziosi obiettivi, traguardi e finanziamenti rappresenta solo un primo passo per ripristinare il nostro rapporto con il mondo naturale. Il successo sarà misurato dalla rapidità e coerenza nell’attuazione di ciò che abbiamo concordato. L’intero sistema delle Nazioni Unite è orientato a sostenerne l’attuazione in modo che possiamo veramente fare pace con la natura. Per troppo tempo l’umanità ha calpestato, frammentato, estratto in modo eccessivo e distrutto il mondo naturale da cui tutti dipendiamo. Ora abbiamo la possibilità di puntellare e rafforzare la rete della vita, in modo che possa portare tutto il peso delle generazioni a venire. Le azioni che intraprendiamo per la natura sono azioni per ridurre la povertà; sono azioni per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile; sono azioni per migliorare la salute umana. Questo è solo un pacchetto indivisibile”. 

Obiettivi generali globali al 2030

Conservazione e gestione efficaci di almeno il 30% delle terre emerse, delle acque interne, delle zone costiere e degli oceani del mondo, con particolare attenzione alle aree di particolare importanza per la biodiversità, il funzionamento e i servizi degli ecosistemi. Il GBF dà la priorità a sistemi di aree protette ecologicamente rappresentativi, ben collegati ed equamente governati, e ad altre efficaci aree di conservazione, riconoscendo i territori e le pratiche indigene e tradizionali. Attualmente sono sotto protezione rispettivamente il 17% e il 10% delle aree terrestri e marine del mondo.

– Avere completato o avere in corso il ripristino di almeno il 30% degli ecosistemi degradati a livello globale (su terra e mare) entro il 2030.

Ridurre quasi a zero la perdita di aree ad alta importanza per la biodiversità, compresi gli ecosistemi ad alta integrità ecologica.

Ridurre l’impronta globale dei consumi entro il 2030, anche riducendo significativamente il consumo eccessivo e la produzione di rifiuti e dimezzando lo spreco alimentare.

– Dimezzare entro il 2030 sia i nutrienti in eccesso che il rischio complessivo rappresentato dai pesticidi e dalle sostanze chimiche altamente pericolose.

– Eliminare gradualmente o riformare entro il 2030 le sovvenzioni che danneggiano la biodiversità di almeno 500 miliardi di dollari all’anno, aumentando nel contempo gli incentivi positivi per la conservazione e l’uso sostenibile della biodiversità.

– Mobilitare entro il 2030 almeno 200 miliardi di dollari all’anno in finanziamenti nazionali e internazionali relativi alla biodiversità da tutte le fonti, pubbliche e private

– Aumentare i flussi finanziari internazionali dai Paesi sviluppati a quelli in via di sviluppo, in particolare ai Paesi meno sviluppati, ai piccoli Stati insulari in via di sviluppo e ai Paesi con economie in transizione, di almeno 20 miliardi di dollari all’anno entro il 2025 e almeno 30 miliardi di dollari all’anno entro il 2030.

– Prevenire l’introduzione di specie esotiche invasive prioritarie e ridurre di almeno la metà l’introduzione e l’insediamento di altre specie esotiche invasive note o potenziali ed eliminare o controllare le specie esotiche invasive sulle isole e altri siti prioritari

– Richiedere alle grandi aziende e alle istituzioni finanziarie transnazionali di monitorare, valutare e divulgare in modo trasparente i propri rischi, dipendenze e impatti sulla biodiversità attraverso le loro operazioni, catene di valore di approvvigionamento e portafogli.

Senza tali azione – avverte il GBF – ci sarà un’ulteriore accelerazione del tasso globale di estinzione delle specie, che è già almeno da decine a centinaia di volte superiore alla media degli ultimi 10 milioni di anni“.

I 4 OBIETTIVI GLOBALI DEL QUADRO 

Obiettivo A:
L’integrità, la connettività e la resilienza di tutti gli ecosistemi sono mantenute, migliorate o ripristinate, aumentando sostanzialmente l’area degli ecosistemi naturali entro il 2050.

– L’estinzione indotta dall’uomo di specie minacciate conosciute viene arrestata, ed entro il 2050, il tasso di estinzione e il rischio di tutte le specie si ridurranno di 10 volte e l’abbondanza di specie selvatiche autoctone verrà aumentata a livelli sani e resilienti.

– La diversità genetica all’interno delle popolazioni di specie selvatiche e domestiche viene mantenuta, salvaguardando il loro potenziale adattativo.

Obiettivo B:

– La biodiversità è utilizzata e gestita in modo sostenibile e i contributi della natura alle persone, comprese le funzioni e i servizi dell’ecosistema, sono valorizzati, mantenuti e migliorati, mentre quelli attualmente in declino vengono ripristinati entro il 2050, sostenendo il raggiungimento di uno sviluppo sostenibile, a beneficio delle generazioni presenti e future.

Obiettivo C:
– I benefici monetari e non monetari derivanti dall’utilizzo delle risorse genetiche e delle informazioni sulla sequenza digitale delle risorse genetiche e delle conoscenze tradizionali associate alle risorse genetiche, a seconda dei casi, sono condivisi in modo giusto ed equo, anche, se del caso, con le popolazioni indigene e le comunità locali, saranno aumentati sostanzialmente entro il 2050, garantendo nel contempo un’adeguata protezione delle conoscenze tradizionali associate alle risorse genetiche, contribuendo in tal modo alla conservazione e all’uso sostenibile della biodiversità, conformemente agli strumenti di accesso e di ripartizione dei benefici concordati a livello internazionale.

Obiettivo D:
– I mezzi di attuazione, comprese le risorse finanziarie, lo sviluppo di capacità, la cooperazione tecnica e scientifica, l’accesso e il trasferimento di tecnologia, per attuare pienamente il quadro globale sulla biodiversità di Kunming-Montreal, sono garantiti ed equamente accessibili a tutte le parti, in particolare aiPpaesi in via di sviluppo, in particolare i Paesi meno sviluppati e i piccoli Stati insulari in via di sviluppo, nonché i paesi con economie in transizione, colmando progressivamente il divario finanziario della biodiversità di 700 miliardi di dollari all’anno e allineando i flussi finanziari con il quadro globale per la biodiversità di Kunming-Montreal e la visione 2050 per la biodiversità.

I 23 TARGET DEL GBF

Target 1. Garantire che tutte le aree siano soggette a una pianificazione territoriale inclusiva della biodiversità partecipata e/o a processi di gestione efficaci che affrontino il cambiamento dell’uso del suolo e del mare, per portare la perdita di aree ad alta importanza per la biodiversità, compresi gli ecosistemi ad elevata integrità ecologica, vicino allo zero entro il 2030, e rispettare i diritti delle popolazioni indigene e delle comunità locali.

Target 2. Garantire che entro il 2030 almeno il 30% delle aree di ecosistemi terrestri, acquatici interni, costieri e marini degradati siano in fase di ripristino effettivo, al fine di migliorare la biodiversità e le funzioni e i servizi degli ecosistemi, l’integrità ecologica e la connettività.

Target 3. Garantire e consentire che entro il 2030 almeno il 30% delle aree terrestri, delle acque interne, costiere e marine, in particolare le aree di particolare importanza per la biodiversità e le funzioni e i servizi degli ecosistemi, siano effettivamente conservate e gestite attraverso mezzi ecologicamente rappresentativi, ben collegati ed equamente governati di aree protette e altre efficaci misure di conservazione basate sull’area, riconoscendo i territori indigeni e tradizionali, ove applicabile, e integrati in paesaggi più ampi, paesaggi marini e oceani, garantendo nel contempo che qualsiasi uso sostenibile, ove appropriato in tali aree, sia pienamente coerente con risultati di conservazione, riconoscendo e rispettando i diritti delle popolazioni indigene e delle comunità locali, anche sui loro territori tradizionali.

Target 4. Garantire azioni di gestione urgenti, per arrestare l’estinzione indotta dall’uomo di specie minacciate conosciute e per il recupero e la conservazione delle specie, in particolare delle specie minacciate, per ridurre significativamente il rischio di estinzione, nonché per mantenere e ripristinare la diversità genetica all’interno e tra le popolazioni di nativi, specie selvatiche e domestiche per mantenere il loro potenziale di adattamento, anche attraverso la conservazione in situ ed ex situ e pratiche di gestione sostenibili, e gestire efficacemente le interazioni uomo-fauna selvatica onde ridurre al minimo il conflitto uomo-fauna selvatica per la coesistenza.

Target 5. Garantire che l’uso, la raccolta e il commercio di specie selvatiche siano sostenibili, sicuri e legali, prevenendo l’eccessivo sfruttamento, riducendo al minimo gli impatti sulle specie e sugli ecosistemi non bersaglio e riducendo il rischio di ricadute di agenti patogeni, applicando l’approccio ecosistemico, rispettando e proteggendo l’uso sostenibile consueto da parte delle popolazioni indigene e delle comunità locali.

Target 6. Eliminare, minimizzare, ridurre e/o mitigare gli impatti delle specie esotiche invasive sulla biodiversità e sui servizi ecosistemici identificando e gestendo percorsi di introduzione di specie esotiche, prevenendo l’introduzione e l’insediamento di specie esotiche invasive prioritarie, riducendo i tassi di introduzione e insediamento di altre specie esotiche invasive note o potenziali di almeno il 50 percento, entro il 2030, eradicando o controllando le specie esotiche invasive soprattutto nei siti prioritari, come le isole.

Target 7. Ridurre i rischi di inquinamento e l’impatto negativo dell’inquinamento da tutte le fonti, entro il 2030, a livelli non dannosi per la biodiversità e per le funzioni e i servizi degli ecosistemi, considerando gli effetti cumulativi, tra cui: ridurre di almeno la metà i nutrienti in eccesso dispersi nell’ambiente, anche attraverso sistemi più efficienti ciclo e uso dei nutrienti; ridurre di almeno la metà il rischio complessivo derivante dai pesticidi e dalle sostanze chimiche altamente pericolose, anche attraverso la lotta integrata ai parassiti, basata sulla scienza, tenendo conto della sicurezza alimentare e dei mezzi di sussistenza; e prevenire, ridurre e lavorare per eliminare l’inquinamento da plastica.

Target 8. Ridurre al minimo l’impatto dei cambiamenti climatici e dell’acidificazione degli oceani sulla biodiversità e aumentarne la resilienza attraverso azioni di mitigazione, adattamento e riduzione del rischio di catastrofi, anche attraverso soluzioni basate sulla natura e/o approcci basati sugli ecosistemi, riducendo al minimo gli impatti negativi e promuovendo quelli positivi dell’azione per il clima sulla biodiversità.

Target 9. Garantire che la gestione e l’uso delle specie selvatiche siano sostenibili, fornendo in tal modo vantaggi sociali, economici e ambientali alle persone, in particolare quelle in situazioni vulnerabili e quelle maggiormente dipendenti dalla biodiversità, anche attraverso attività, prodotti e servizi sostenibili basati sulla biodiversità che migliorano la biodiversità, e proteggere e incoraggiare l’uso sostenibile abituale da parte delle popolazioni indigene e delle comunità locali.

Target 10. Garantire che le aree destinate all’agricoltura, all’acquacoltura, alla pesca e alla silvicoltura siano gestite in modo sostenibile, in particolare attraverso l’uso sostenibile della biodiversità, anche attraverso un aumento sostanziale dell’applicazione di pratiche rispettose della biodiversità, come l’intensificazione sostenibile, gli approcci agroecologici e altri approcci innovativi che contribuiscono alla resilienza, efficienza e produttività a lungo termine di questi sistemi di produzione, e alla sicurezza alimentare, alla conservazione e al ripristino della biodiversità e al mantenimento dei contributi della natura alle persone, comprese le funzioni e i servizi dell’ecosistema.

Target 11. Ripristinare, mantenere e migliorare i contributi della natura alle persone, comprese le funzioni e i servizi dell’ecosistema, come l’effetto regolamentare su aria, acqua, clima, salute del suolo, impollinazione e riduzione del rischio di malattie, nonché la protezione dai pericoli naturali e dai disastri, attraverso le soluzioni basate sulla natura e gli approcci basati sugli ecosistemi a beneficio di tutte le persone e della natura.

Target 12. Aumentare in modo significativo l’area, la qualità e la connettività, l’accesso e i benefici degli spazi verdi e blu nelle aree urbane e densamente popolate in modo sostenibile, integrando la conservazione e l’uso sostenibile della biodiversità e garantendo una pianificazione urbana che includa la biodiversità, migliorando la biodiversità originaria, la connettività e l’integrità ecologica, e migliorare la salute umana e il benessere e la connessione con la natura e contribuire all’urbanizzazione inclusiva e sostenibile e alla fornitura di funzioni e servizi ecosistemici.

Target 13. Adottare efficaci misure legali, politiche, amministrative e di rafforzamento delle capacità a tutti i livelli, a seconda dei casi, per garantire la giusta ed equa condivisione dei benefici derivanti dall’utilizzo delle risorse genetiche e dalle informazioni sulla sequenza digitale delle risorse genetiche, nonché delle conoscenze tradizionali associate alle risorse genetiche e facilitare un accesso adeguato alle risorse genetiche, e facilitare entro il 2030 un aumento significativo dei benefici condivisi, conformemente agli strumenti internazionali applicabili.

Target 14. Garantire la piena integrazione della biodiversità e dei suoi molteplici valori nelle politiche, nei regolamenti, nei processi di pianificazione e sviluppo, nelle strategie di sradicamento della povertà, nelle valutazioni ambientali strategiche, nelle valutazioni di impatto ambientale e, se del caso, nella contabilità nazionale, all’interno e attraverso tutti i livelli di governo e in tutti i settori , in particolare quelli con impatti significativi sulla biodiversità, allineando progressivamente tutte le attività pubbliche e private rilevanti, i flussi fiscali e finanziari agli obiettivi e ai traguardi di questo quadro.

Target 15. Adottare misure legali, amministrative o politiche per consentire le imprese, e in particolare per garantire che le grandi imprese e le istituzioni finanziarie transnazionali:
(a) Monitorare, valutare e divulgare regolarmente i loro rischi, dipendenze e impatti sulla biodiversità, compresi i requisiti per tutte le grandi società e le istituzioni finanziarie transnazionali lungo le loro operazioni, catene di approvvigionamento e valore e portafogli;
(b) Fornire le informazioni necessarie ai consumatori per promuovere modelli di consumo sostenibili;
(c) riferire sulla conformità ai regolamenti e alle misure in materia di accesso e ripartizione dei benefici, a seconda dei casi;
al fine di ridurre progressivamente gli impatti negativi sulla biodiversità, aumentare gli impatti positivi, ridurre i rischi legati alla biodiversità per le imprese e le istituzioni finanziarie e promuovere azioni per garantire modelli di produzione sostenibili.

Target 16. Garantire che le persone siano incoraggiate e abilitate a fare scelte di consumo sostenibili, anche stabilendo politiche di sostegno, quadri legislativi o normativi, migliorando l’istruzione e l’accesso a informazioni e alternative pertinenti e accurate e, entro il 2030, ridurre l’impronta globale del consumo in modo equo, dimezzare lo spreco alimentare globale, ridurre in modo significativo il consumo eccessivo e ridurre sostanzialmente la produzione di rifiuti, affinché tutte le persone possano vivere bene in armonia con la Madre Terra.

Target 17. Stabilire, rafforzare la capacità e attuare in tutti i paesi le misure di biosicurezza di cui all’articolo 8 (g) della Convenzione sulla diversità biologica e le misure per la gestione della biotecnologia e la distribuzione dei suoi benefici di cui all’articolo 19 della Convenzione.

Target 18. Identificare entro il 2025 ed eliminare, eliminare gradualmente o riformare gli incentivi, compresi i sussidi dannosi per la biodiversità, in modo proporzionato, giusto, equo ed efficace, riducendoli sostanzialmente e progressivamente di almeno 500 miliardi di dollari statunitensi all’anno entro il 2030, a partire dagli incentivi più dannosi, e rafforzare gli incentivi positivi per la conservazione e l’uso sostenibile della biodiversità.

Target 19. Aumentare sostanzialmente e progressivamente il livello delle risorse finanziarie da tutte le fonti, in modo efficace, tempestivo e facilmente accessibile, comprese le risorse nazionali, internazionali, pubbliche e private, in conformità con l’articolo 20 della Convenzione, per attuare strategie e piani d’azione nazionali sulla biodiversità, mobilitando entro il 2030 almeno 200 miliardi di dollari statunitensi all’anno, anche attraverso:
(a) l’aumento delle risorse finanziarie internazionali totali relative alla biodiversità provenienti dai paesi sviluppati, compresa l’assistenza ufficiale allo sviluppo, e dai paesi che volontariamente assumono obblighi delle parti contraenti dei paesi sviluppati, ai paesi in via di sviluppo, in particolare i paesi meno sviluppati e i piccoli Stati insulari in via di sviluppo, nonché paesi con economie in transizione, ad almeno 20 miliardi di dollari all’anno entro il 2025 e ad almeno 30 miliardi di dollari all’anno entro il 2030;
(b) l’aumento significativo della mobilitazione delle risorse nazionali, facilitata dalla preparazione e attuazione di piani nazionali di finanziamento per la biodiversità o strumenti simili in base alle esigenze, priorità e circostanze nazionali;
(c) lo sfruttamento di finanziamenti privati, la promozione di finanza mista, l’attuazione di strategie per raccogliere risorse nuove e aggiuntive e l’incoraggiamento al settore privato ad investire nella biodiversità, anche attraverso fondi di impatto e altri strumenti;
(d) lo stimolo di schemi innovativi come il pagamento per servizi ecosistemici, obbligazioni verdi, compensazioni e crediti per la biodiversità, meccanismi di condivisione dei benefici, con tutele ambientali e sociali;
(e) l’ottimizzazione di co-benefici e delle sinergie dei finanziamenti destinati alla biodiversità e alle crisi climatiche;
(f) il rafforzamento del ruolo delle azioni collettive, anche da parte delle popolazioni indigene e delle comunità locali, azioni incentrate sulla Madre Terra, e di approcci non basati sul mercato, compresa la gestione delle risorse naturali su base comunitaria e la cooperazione e della solidarietà della società civile volte alla conservazione della biodiversità;
(g) il miglioramento efficace, efficiente e trasparente della fornitura e dell’utilizzo delle risorse.

Target 20. Rafforzare le capacità, lo sviluppo, l’accesso e il trasferimento delle tecnologie e promuovere lo sviluppo e l’accesso all’innovazione e alla cooperazione tecnica e scientifica, anche attraverso la cooperazione sud-sud, nord-sud e triangolare, per soddisfare le esigenze di un’attuazione efficace, in particolare nei paesi in via di sviluppo, promuovendo lo sviluppo tecnologico congiunto e programmi di ricerca scientifica congiunti per la conservazione e l’uso sostenibile della biodiversità, e rafforzando la ricerca scientifica e le capacità di monitoraggio, commisurate all’ambizione degli obiettivi e dei target del quadro.

Target 21. Garantire che il miglioramento di dati, informazioni e conoscenze disponibili siano accessibili ai decisori, ai professionisti e al pubblico per guidare una governance efficace ed equa, una gestione integrata e partecipativa della biodiversità, e rafforzare la comunicazione, la sensibilizzazione, l’educazione, il monitoraggio, la ricerca e la gestione della conoscenza e, in questo contesto, e che anche le conoscenze tradizionali, le innovazioni, le pratiche e le tecnologie delle popolazioni indigene e delle comunità locali siano accessibili solo con il loro consenso libero, preventivo e informato, in conformità con la legislazione nazionale.

Target 22. Garantire la rappresentanza e la partecipazione piena, equa, inclusiva, efficace e rispettosa delle questioni di genere nel processo decisionale e l’accesso alla giustizia e alle informazioni relative alla biodiversità da parte delle popolazioni indigene e delle comunità locali, nel rispetto delle loro culture e dei loro diritti su terre, territori, risorse, e conoscenze tradizionali, nonché da donne e ragazze, bambini e giovani e persone con disabilità e garantire la piena protezione dei difensori dei diritti umani ambientali.

Target 23. Garantire la parità di genere nell’attuazione del quadro attraverso un approccio attento alle questioni di genere in cui tutte le donne e le ragazze abbiano pari opportunità e capacità di contribuire ai 3 obiettivi della Convenzione, anche riconoscendo loro pari diritti e accesso alla terra e alle risorse naturali e la loro partecipazione e la leadership piena, equa, significativa e informata a tutti i livelli di azione, impegno, politica e processo decisionale relativo alla biodiversità.

Oltre al GBF, la COP15 ha approvato una serie di Accordi correlati alla sua attuazione, tra cui:
– pianificazione, monitoraggio, rendicontazione e revisione; mobilitazione delle risorse
aiutare le nazioni a costruire la loro capacità di far fronte agli obblighi;
informazioni sulla sequenza digitale delle risorse genetiche.

Ad esempio, al Global Environment Facility è stato chiesto di istituire, il prima possibile, uno Special Trust Fund per sostenere l’attuazione del Global Biodiversity Framework (“GBF Fund“). Il Fondo andrebbe ad integrare l’attuale sostegno e aumenterebbe i finanziamenti per garantire la tempestiva attuazione del GBF con un flusso di fondi adeguato, prevedibile e tempestivo.

Le informazioni sulle sequenze digitali delle risorse genetiche (DSI) – l’argomento dominante alla COP15 – hanno molte applicazioni commerciali e non commerciali, tra cui lo sviluppo di prodotti farmaceutici, il miglioramento selettivo delle colture, la tassonomia e il monitoraggio delle specie invasive.

I delegati della COP15 hanno concordato, inoltre, di istituire all’interno del GBF un Fondo multilaterale per l’equa condivisione dei benefici tra fornitori e utenti di DSI, da finalizzare alla COP16 in Turchia nel 2024.

L’accordo obbliga i Paesi a monitorare e riferire almeno ogni 5 anni su un’ampia serie di “titoli” e altri indicatori relativi ai progressi rispetto agli obiettivi e ai traguardi del GBF, tra cui la percentuale di terra e mare effettivamente protetta, il numero di aziende che rivelano i propri impatti e dipendenze dalla biodiversità.

La CBD combinerà le informazioni nazionali presentate entro la fine di febbraio 2026 ed entro la fine di giugno 2029 le relazioni globali sulle tendenze e sui progressi.

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